Vangelo in briciole
4 giugno 2023

SANTISSIMA TRINITA’

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,6-18)
In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

La nostra vita cristiana è nata  con il Battesimo, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo essendo ancora amore consapevoli, perché infanti e ogni volta che ci segniamo nel nome della Trinità Santa ci “immergiamo” in quell’amore unico che ci è stato dato in dono. Nasciamo, come cristiani, proprio grazie a questo Dio che si comunica a noi attraverso la fede che la Chiesa Madre, ci ha donato perché tutta la nostra vita sia lode alla Trinità Santissima. Questo fa si che nel quotidiano, siamo “sacramento” del mistero di Dio che è comunione, relazione amorosa.Il Signore creandoci mette nel nostro cuore il desiderio di Lui: “ Il tuo volto Signore io cerco”,  ci dona la capacità di relazionarci con Lui, trovando nel suo cuore la fonte della felicità. La solitudine: buio esistenziale nel quale vivono in tanti, non ci appartiene! Siamo stati creati dall’Unità Trinitaria per essere nella storia, segno della bellezza dell’unità divina. Perché in  tanti vivono nell’inquietudine se non perché hanno smarrito il segreto della felicità e della pace: la relazione con Dio, che è comunione? Perché tanta violenza nel nostro quotidiano se non perché l’uomo ha smarrito se stesso avendo smarrito Dio che è comunione? Quanta solitudine attanaglia tante persone! La solitudine non appartiene, ai cristiani, a noi appartiene la comunione, che è data da Dio il quale è comunione: Padre, Figlio, Spirito Santo. Festeggiando la S.S. Trinità ricentriamo la nostra vita , la vita delle nostre famiglie, della nostra Parrocchia, nell’Amore, con la nostalgia della Casa Comune del Paradiso dove tutti saremo in Dio e Dio sarà tutto in tutti. Celebrare, oggi, il mistero della Trinità è doveroso, da una parte, ma è anche impegno, dall’altra, ad essere nella nostra vicenda storica costruttori di unità nella diversità. E’ rendimento di grazie: è lode, è guardare il futuro nostro e della storia tutta quando saremo tutti in Dio e sarà la grande festa sentendo battere forte il cuore, vedendo, ammirati, la bellezza di Dio, il motivo del nostro vivere.

Don Pierino